Mettere a sistema percorsi di apprendimento e supporto alla comunicazione e alla didattica, basati su nuove metodologie e tecnologie per la promozione del benessere della persona con disturbi dello spettro autistico e della sua famiglia. E’ l’obiettivo del progetto ‘Ri-connettersi’, finanziato con più di 700 mila euro dalla Fondazione Con i Bambini nell’ambito del Bando ‘Un passo avanti – Idee innovative per il contrasto alla povertà educativa minorile.
Al progetto partecipa l’Istituto per la ricerca e l’innovazione biomedica (Irib) del Cnr di Messina, assieme a Fondazione di Comunità di Messina Onlus, associazione di familiari ‘La linea Curva – Persone ed Autismo’, Solidarity and Energy, associazione ‘Onde Blu’ e gli Istituti comprensivi San Francesco di Paola e La Pira gentiluomo di Messina.
“Ri-connettersi” si propone di sperimentare, valutare, validare e diffondere su scala internazionale un modello educativo e di cura sistemico per la promozione del benessere di bambini con disturbi dello spettro autistico e delle famiglie che farà anche uso di tecnologie prototipali. Due sono gli obiettivi principali: da un lato sensibilizzare e formare la comunità educante a livello familiare, sociale e scolastico; dall’altro sperimentare un modello innovativo di trattamento, scientificamente rigoroso e aumentato dall’uso di tecnologie, capace di rispondere ai bisogni dei bambini e delle famiglie con autismo e al contempo di essere efficace in contesti di povertà educativa. Il progetto sviluppa una “filiera” di interventi, finalizzati ad ampliare progressivamente il coinvolgimento della comunità educante.
Una sala immersiva costituirà un primo ambiente sensibile abilitante e protetto; la scuola sarà resa progressivamente più inclusiva da azioni formative e peer tutoring; un “social club” espanderà la rete sociale dei bambini con disturbi dello spettro autistico e delle loro famiglie al mondo dei dipendenti e dei volontari del Distretto Sociale Evoluto. Parallelamente le azioni di sostegno alla famiglia attraverso il parent coaching costituiscono una misura trasversale capace di massimizzare la fecondità e la generatività della “filiera”, centrata su meccanismi circolari virtuosi di sensibilizzazione e di cura.
Il giusto equilibrio tra know-how multidisciplinari (neuropsichiatri dell’infanzia e dell’adolescenza, psicologi clinici e di sviluppo, ingegneri biomedici), competenze avanzate su welfare di comunità, radicamento sociale e capacità di attivazione della comunità educante (scuola, famiglia, spazi sociali), permetterà di ideare, sperimentare, validare e diffondere nuove metodologie sistemiche, con il supporto di tecnologie ICT, per individuare precocemente l’insorgenza del disturbo dello spettro autistico in contesti di povertà educativa, ampliare il repertorio di competenze socio-emotive dei bambini, di un’età compresa tra i due e tredici anni, e facilitarne l’inclusione socio-educativa in modo da soddisfare bisogni psico-socio-educativi, espressi non solo dalla persona, ma anche dal suo nucleo familiare, dal gruppo classe e dai microcontesti comunitari di riferimento.
Il progetto, che si svilupperà in quattro anni, si presenta come una importante opportunità rivolta al Sud Italia, e nello specifico alla città di Messina, che si mostra ancora impreparata nella proposta di adeguati interventi abilitativi, sistemici e individualizzati, che puntano al profilo funzionale e agli specifici bisogni del minore e della famiglia. Lo scopo principale del progetto “Ri-connettersi”, infatti, è quello di validare l’efficacia del metodo per il contrasto della fragilità educativa, emotiva e sociale, correlando, attraverso lo studio dei casi, fattori di rischio, fenotipi clinici, outcome per codificare e diffondere protocolli educativi innovativi che, alla fine della sperimentazione, saranno proposti all’intera comunità. Al fine di garantire la continuità e l’unitarietà dei percorsi, il “metodo” adotterà una modalità di funzionamento tale da consentire il coordinamento, all’interno di una “filiera” di servizi e spazi comuni, sempre sul territorio di Messina, capace di sperimentare una risposta al bisogno globale della persona incentrata sul soggetto e sui suoi bisogni.
La sala immersivo-interattiva permetterà ai bambini con disturbi dello spettro autistico di confrontarsi con ambienti virtuali, protetti, predeterminati, controllabili, parzialmente predittibili, emotivamente caldi e in grado di simulare uno scorrimento fluido e credibile del tempo e dello spazio. Consentendo una relazione tra bambino con disturbi dello spettro autistico, ambiente virtuale appositamente progettato e operatori, permetterà di sperimentare percorsi graduali, personalizzati, abilitanti, educativi e di effettuare rilevazioni concrete in base a target specifici e confrontabili. I nuovi scenari immersivo-interattivi saranno ospitati presso l’infrastruttura già esistente nel Complesso monumentale di Capo Peloro. La Villa Boris Giuliano, bene confiscato alla mafia e messo a disposizione dalla Coop. Sociale Ecosmed, costituirà, invece, una sorta di club socio-sportivo sufficientemente aperto per costituire un elemento progressivo rispetto al setting protetto della sala immersiva e sufficientemente comunitario per assumere una dimensione amichevole e “familiare”. Gli spazi scolastici vissuti da docenti, assistenti educativi culturali per l’integrazione scolastica degli alunni disabili (AEC), opportunamente formati e i gruppi classe resi più accoglienti tramite l’attivazione del peer tutoring, costituiranno ambienti insieme più aperti e inclusivi. Parallelamente le azioni di sostegno alla famiglia attraverso il parent coaching costituiranno una misura trasversale capace di massimizzare la fecondità e la generatività della “filiera” finalizzata alla riappropriazioni degli spazi di vita.
Gli impatti sociali attesi di tale progetto sono molteplici. Ci si aspetta un miglioramento dei processi di presa in carico del bambino con disturbi dello spettro autistico e del nucleo familiare; un miglioramento statisticamente significativo delle competenze emotivo – cognitivo -relazionali sviluppate nel campione di bambini beneficiari dell’intervento sperimentale (confrontato con Campione di controllo con altro intervento standard), lo sviluppo di competenze educative diffuse a livello di sistema scolastico, operatori socio sanitari e gruppi di famiglie con bambini con disturbi dello spettro autistico sui temi dell’autismo, sulle modalità di riconoscimento di alcuni indicatori di rischio e sulle modalità evidence-based di gestione del bambino con tale sindrome; la diffusione delle ICT nei contesti di apprendimento e il confronto, a livello nazionale, su nuove pratiche di presa in carico con modelli evidence-based integrate alle nuove tecnologie in contesti riabilitativi e di apprendimento.
La sede di Messina di Cnr-Irib svolge da anni attività di ricerca traslazionale, finanziata da progetti di ricerca in ambito regionale, nazionale ed internazionale, approvati da Comitati Etici autorizzati. L’Istituto è stato recentemente costituito con sede a Palermo e sedi secondarie a Catania, Messina, Catanzaro e Cosenza, con la missione di favorire il trasferimento delle conoscenze ottenute dalla ricerca di base in campo biomedico alla pratica clinica al fine di generare applicazioni diagnostiche, preventive e terapeutiche avanzate, offrendo nel contempo nuovi strumenti tecnologici applicativi. Con particolare riferimento al Sud, l’Istituto rappresenta un’opportunità per lanciare un hub innovativo di ricerca traslazionale versatile e proattivo in Sicilia e Calabria, finalizzato a rispondere efficacemente ai bisogni di salute emergenti e generare benefici economici attraverso la collaborazione con aziende farmaceutiche, tecnologiche e biotecnologiche, ed in particolare con la stretta sinergia con Fondazione Ri.MED. Quest’ultima, istituita proprio a Palermo da un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, nasce dalla partnership internazionale fra Governo Italiano, Regione Siciliana, Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), University of Pittsburgh e University of Pittsburgh Medical Center (UPMC), e ha lo scopo di promuovere, sostenere e condurre progetti di ricerca biomedica e biotecnologica, favorendo il rapido trasferimento di risultati innovativi nella pratica clinica.
Le ricerche del Cnr-Irib di Messina da tempo si concentrano sull’individuazione di metodologie e tecnologie bioingegneristiche per migliorare la salute umana ed il benessere, che possono contribuire a sviluppare ed integrare nel territorio, in ospedali e punti di cura, una nuova generazione di strumenti valutativi e metodi di intervento finalizzati ad indagare come il cervello elabora le informazioni sociali, emotive, motorie e cognitive, nonchè la risposta fisiologica, il linguaggio ed il comportamento, ed agevolare l’intervento terapeutico. Gli studi sperimentali hanno, in particolare, lo scopo di migliorare le conoscenze sul substrato fisiologico e comportamentale relativo ai disturbi del neurosviluppo, quali i disturbi dello spettro autistico, e ai deficit neurosensoriali, neuromotori, socio-emotivi e cognitivi. In particolare, la sede si occupa di esplorare l’uso delle tecnologie robotiche e dei serious games per la valutazione del processing socio-emotivo e la riabilitazione. Le attività, basate sull’interazione uomo-macchina, sull’imitazione e sull’uso pragmatico della reciprocità sociale ed emotiva, possono aiutare le persone con difficoltà socio-emotive ad imparare, identificare, interpretare ed utilizzare le informazioni emotive, estendendo le loro capacità di adattamento al contesto sociale.